Una storia ritrovata. È quella di Marino Donati, la cui medaglietta, dispersa in Russia durante la ritirata italiana, dopo 78 anni è tornata a casa, a Lucignana, tra le lacrime del figlio Giuliano, delle nipoti Vania e Debora, di Alba e mamma Iole, ultracentenaria, fisicamente non presente alla cerimonia, ma unita per tutta la vita all’amore che da giovane l’aveva legata a Marino.
Una storia molto bella e molto commovente, come l’ha definita il sindaco di Coreglia Antelminelli, Marco Remaschi che, insieme al presidente dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Lucca, Stefano Bucciarelli, con il gruppo Alpini di Piano di Coreglia e le associazioni del territorio, questa mattina ha consegnato la medaglietta alla famiglia Donati, di fronte al monumento ai caduti di Lucignana.
Marino Donati nasce a Lucignana nel 1915: con la seconda guerra mondiale parte per la Russia nella sezione Alpini, da dove non tornerà mai più.
L’ultima notizia di Marino è datata 23 gennaio 1943: poi più niente. Lui, come migliaia di altri ragazzi caduti sul fronte russo, fu rubricato come “disperso”.
“La sua - spiega il sindaco Remaschi di fronte a tante persone - è la storia dell’amore che ha legato Marino a Iole Bernardini, oggi vivace e appassionata ultracentenaria del nostro paese: un amore che ha dato la vita a Giuliano, un amore che ha attraversato tutta la vita di Alba Donati, secondogenita di Iole, delle nipoti Vania e Debora, fino al 22 luglio di quest’anno, quando un signore di Carrara contatta la libreria Sopra la Penna e da lì ritrova i parenti di Marino: Alba, Giuliano, Vania, Debora, Iole. A loro la notizia più bella: su un sito, all’asta, c’è una medaglietta riportante il nome “Marino Donati”, una data, “1915”, e poi i nomi dei genitori, “Di Donati Silvio e Michelini Giuseppina”, e un luogo “Lucignana”.
La medaglietta è stata ritrovata in un bunker nella zona di Voronez, teatro di una delle più accanite offensive sovietiche che, letteralmente, nell’inverno 1942-1943 travolse gli Alpini ancora in linea, i quali, mal equipaggiati e a corto di rifornimenti, iniziarono una ritirata nella steppa, incalzati dalle divisioni sovietiche e costretti a patire enormi sofferenze. La rotta costò alle forze italiane decine di migliaia di perdite.
“Ricordo ancora la telefonata di Alba Donati - continua il sindaco - quando qualche mese fa mi chiamò con la voce piena di emozione e commozione per dirmi che era stata ritrovata, su internet, la medaglietta di Marino Donati.
Da lì, subito, è partito l’iter dell’amministrazione comunale per dare il giusto valore e la giusta attenzione a questa storia, a questa medaglietta, a questo momento personale della famiglia Donati, che è diventato patrimonio di tutta la nostra comunità: perché nelle lettere, negli occhi, nelle vicissitudini di Marino e della sua famiglia, si ritrovano le storie di centinaia e centinaia di ragazzi partiti e mai tornati, di famiglie rimaste “sospese”, di dolori ricuciti nella quotidianità e nella responsabilità di una vita che scorre, va avanti e genera altra vita.
Oggi il mio pensiero e il mio abbraccio commosso va a tutta la famiglia di Marino Donati: a Giuliano, ad Alba, a Vania, a Debora. E, in particolare, a Iole, che non può essere qui con noi, ma che, posso solo immaginare, avrà il cuore in subbuglio e gli occhi pieni di lacrime”.
Redazione - inviato in data 17/10/2021 alle ore 10.55.44
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