Probabilmente sembrerò fuori dal tempo; probabilmente in un mondo dove tutti si professano liberali ho una visione “antica” del concetto di essere liberali e di pensare da liberali, ma non ho alcuna intenzione di cambiare le mie idee, né di raggiungere compromessi per acquisire consensi che, se fossi nella politica attiva, vorrebbe dire cercare voti e posizioni di potere. Intendiamoci, non c'è niente di sbagliato nel cercare di raggiungere posizioni di potere, se lo scopo è di andare dove si decide per poi fare il bene del paese e della comunità con le nostre idee e proposte per, in buona fede, solo il bene del paese.
Per andare nel pratico essere liberale significa sostanzialmente meno stato, ovunque, meno oppressione fiscale, meno invadenza del pubblico nella vita sociale ed economica del paese.
Per come la vedo io, detta in maniera cruda, per esser chiari su alcuni concetti: -Alitalia doveva esser fatta fallire già ai tempi di Prodi prima e Belusconi poi -Monte dei Paschi, e tutte le altre banche collassate, dovevano esser lasciate a risolvere da sole i propri problemi senza che lo stato impegnasse risorse miliardarie dei cittadini -lo stato, ed i comuni, regioni, provincie, non devono entrare nel mondo economico con proprie partecipazioni: alienare le spa statali : RAI, Enel, Eni, Fincantieri ecc.., non esistono attività strategiche che devono restare in mano allo stato o sono veramente pochissime. Lo stato che fa “panettoni” (per dire..) è un'invenzione socialista per creare bacini di voti e voragini economiche oltreché essere bancomat per partiti.
Ecco cosa vuol dire essere liberali.
Lo Stato va inteso come istituzione che regola la libera concorrenza del mercato e se ne rende garante, e regolare la libera concorrenza vuol dire anche eliminare gli ordini professionali, le lobbies dei tassisti, dei balneari, e di tutte quelle categorie protette parassite, le restrizioni al commercio ed alle professioni e mille altre cose che limitano la libertà personale e d'impresa.
In Italia oggi non esiste un partito liberale che pensi davvero liberale. Con la scusa che da soli non si può far niente, neanche raccogliere le firme per presentarsi, il PLI cerca aggregazioni contro natura con Forza Italia o Fratelli d'Italia. Partiti lontani dal concetto di idea Liberale: il primo, Forza Italia, che non ha fatto una, dico una, liberalizzazione proteggendo i rami secchi imprenditoriali dello stato – quando governava – per una mera questione di poltrone e CdA; il secondo, Fratelli d'Italia, che rappresenta la destra statalista e centralista che se potesse rifarebbe l'IRI per ricreare un mega-carrozzone. Gli altri partiti per motivi più o meno analoghi sono ben lontani dalla mia idea Liberale classica e pragmatica.
Scrive Giuseppe Benedetto (Fondazione Luigi Eiunaudi) “Lo Stato, in una visione liberale della società, non è e non può essere il problema. Lo Stato regolatore di conflitti e superatore di squilibri è lo Stato liberale. Cessa di esserlo quando si fa invadente e onnipresente, quando da tassatore si trasforma ed evolve in vessatore. In questo Stato liberale non può non esserci una posizione di equilibrio tra il cosiddetto Stato minimo (peraltro inesistente in natura) e lo Stato moloch delle mille municipalizzate. Oggi lo Stato italiano ha bisogno di un grande, immenso, sfoltimento e snellimento di pesi e sovrastrutture, retaggio del più misero e becero statalismo. Nel contempo ha necessità di scendere in guerra. Noi, pacifisti per indole e inclinazioni culturali, intendiamo dichiarare guerra a quella che appare l’invincibile armata della burocrazia italiana (nelle sue varie, fagocitanti, versioni e declinazioni). Anche in questo caso lo faremo con le armi della ragione e con quelle della nostra cultura politica.”
C.Cristofani - inviato in data 01/10/2017 alle ore 18.21.04
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